Legge sul CO2: ora la decisione spetta al popolo

12.01.2021

Oggi i rappresentanti del comitato promotore del referendum contro la legge sul CO2 hanno presentato alla Cancelleria federale oltre 110’000 firme. In questo modo, gli elettori svizzeri potranno finalmente pronunciarsi su questa legge controversa. Il comitato è composto da diverse associazioni dell’industria e del commercio e da gruppi d’interesse, tra cui anche l’Automobile Club Svizzero ACS che, sostenuto dalle sue 19 sezioni, ha contribuito in modo significativo allo straordinario successo della raccolta firme.

Thomas Hurter, Presidente centrale dell’ACS e parte della delegazione che ha presentato le firme, si è detto entusiasta del forte segnale lanciato dall’elettorato svizzero attraverso questo numero elevato di adesioni: “Siamo contenti che il referendum abbia avuto un tale successo e abbia ottenuto più del doppio delle firme richieste. Ora, sarà il popolo svizzero ad avere l’ultima parola sulla legge sul CO2. Allo stesso tempo, sono molto orgoglioso che l’ACS abbia contribuito in modo così significativo a quest’esito straordinario. Un risultato tanto più lusinghiero, in quanto ottenuto in condizioni difficili a causa della pandemia Covid-19” ha ricordato Hurter.

Davanti ai rappresentanti dei media presenti, Thomas Hurter ha spiegato ancora una volta il motivo che ha portato l’ACS a sostenere il referendum:

L’innovazione viene ostacolata
L’ACS si impegna a favore dell’innovazione e sostiene lo sviluppo delle nuove tecnologie e l’apertura di nuove strade. È consapevole che tutti debbano contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2. Tuttavia, per il nostro Club, l’onere che grava sulle imprese sotto forma di prelievi supplementari e nuove imposte porterà ad un arresto dell’innovazione, della ricerca e dello sviluppo.

Oneri supplementari per il commercio, per l’industria e per la popolazione
La nuova legge sul CO2 aumenta il costo del consumo di energia e mira in particolare a limitare la nostra mobilità. L’aumento del prezzo del carburante di 12 centesimi al litro, le forti tasse sulle emissioni di CO2 su petrolio e gas e le tasse sui biglietti aerei gravano fortemente tanto sulle aziende quanto sulla popolazione. In più, l’aumento del prezzo del carburante porta con sé una profonda ingiustizia, perché colpisce soprattutto la popolazione che abita al di fuori dei grandi agglomerati urbani o nelle zone di montagna, e che dipende dal trasporto individuale motorizzato.

Una redistribuzione dei fondi per contrastare il trasporto individuale motorizzato
Con la nuova legge sul CO2, il 50% delle tasse pagate dagli importatori di veicoli che superano le emissioni massime consentite di CO2 per le nuove automobili verrà destinato al Fondo per il clima, anziché confluire integralmente nel Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato FOSTRA. Nel lungo periodo, questa redistribuzione porterà ad un sottofinanziamento del FOSTRA e ad un ulteriore aumento dei prezzi del carburante, che andrà a gravare sul trasporto individuale motorizzato.

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