Porsche Macan Turbo

Dinamismo da prima della classe

Ora unicamente a propulsione elettrica, la seconda generazione della Macan mette in campo qualità stradali da autentica sportiva, regalando piacere e raffinatezza di guida al vertice di categoria. Insieme a un’autonomia di ampio respiro. Confortevole, razionale e convincente l’accoglienza di bordo.

Il Suv di taglia media del costruttore di Stoccarda ha visto la propria identità traguardare un vero e proprio cambio epocale: questa nuova generazione ha abbracciato unicamente la propulsione elettrica ed è realizzata sulla piattaforma specifica del gruppo Volkswagen per i modelli a corrente. Divenendo, di fatto, una sorta di Taycan in formato SUV e portando in dote un’identità dinamica di pari intensità e carattere. Come già fece la berlina elettrica, anche la Macan segna un riferimento tra i SUV elettrici ad alte prestazioni - e non solo -, rappresentando di fatto un punto di riferimento per le sue capacità dinamiche di livello superiore.

Questo anche se, sul piano del design, la vettura ha forse perso un po’ di personalità: le linee sono sì sinuose e levigate, frontale e coda affilati e specie nella vista di fronte non manca un solido richiamo ai modelli del marchio; ma nel complesso, il modello tende a confondersi tra le pieghe di un certo anonimato. Eccellente, per la tipologia di vettura, l’efficienza aerodinamica, complice pure una lunghezza cresciuta fino a 4,78 metri.


La versione più potente, denominata Turbo, si affida a due propulsori a corrente - uno per ciascun assale - in modo da realizzare la trazione integrale permanente totalmente modulabile dalla gestione di bordo, alimentati da una grande batteria da 95 kWh netti: la potenza combinata avvicina i seicento cavalli in modalità di funzionamento continuo, potendo però spingersi fino al livello massimo quando viene attivata la modalità di partenza assistita (Launch Control), che simula una sorta di “overboost”.

In effetti, la capacità di scatto da fermo del crossover sportivo di Stoccarda impressiona, appena poco più di tre secondi per toccare da fermo i 100 km/h con la schiena saldamente premuta contro lo schienale. Ma in verità, più che per il brivido di accelerazione, la Macan Turbo stupisce tra le curve. Dove mostra proprietà dinamiche da sportiva autentica, facendo pressoché dimenticare la sua carrozzeria più alta e generosa negli ingombri. Notevole già nella modalità standard, la Turbo sfoggia qualità impensabili quando si attivano i due programmi di marcia più sportivi.

Entrambi permettono di fare affidamento su uno sterzo che rasenta la perfezione in termini di precisione, prontezza e linearità, capace di assicurare il controllo più naturale ed efficace dell’impressionante reattività di cui è capace l’auto. Disarmante sia per la rapidità dell’inserimento in curva sia nei trasferimenti di carico, con assetto piatto e controllatissimo che lascia sviluppare un’aderenza laterale da sportiva pura. Davvero difficile da avvicinare per altri modelli di questo segmento, anche a motore termico.


Diversamente da altre auto elettriche, le qualità della Macan Turbo appaiono sempre più cristalline man mano che si innalza il ritmo: perché se il dinamismo è strepitoso, altrettanto è la capacità del veicolo di sfruttare tutto il potenziale erogato dai due motori. La ripartizione della spinta appare talmente efficace che già poco dopo l'inserimento in curva, non appena ci si trova in appoggio - praticamente quasi subito - si può tornare sull’acceleratore per l’uscita dalle curve. Agevolata, tra l’altro, dalla versatilità delle quattro ruote sterzanti, molto ben messe a punto. A briglie sciolte, i ritmi di conduzione che può raggiungere la Macan Turbo possono dunque arrivare a chiedere una certa dimestichezza con impegno e rapidità di questo livello, anche se il comportamento e le reazioni risultano sempre naturali e intuitive.

C’è un piccolo prezzo da pagare per tutto questo: una certa rigidità delle sospensioni nell'uso quotidiano, che suggerisce sempre una sportività decisa. Ma è un sacrificio che ci può stare in questo caso. Ottimi, ad ogni modo, tanto la maneggevolezza in manovra che il comfort acustico ad andatura sostenuta. Con autonomia effettiva da primato, circa 500 km reali su percorsi di varia natura. La ricarica su colonnine ad alta potenza (270 kW) è inoltre rapida e impone una sosta contenuta (21 minuti per il ripristino 10-80%).

Interno
Stivale

L’abitacolo è spazioso, ricercato e molto accogliente, pur non brillando anche qui per una particolare personalità. Le sue doti sono però altre, ricalcando l’impostazione di altri modelli del marchio con i relativi pregi: posizione di guida perfetta, solidità, elevati standard di qualità delle finiture, sensazione di solido benessere sin dal primo contatto. Accessibilità anche posteriore e i comandi sono agevoli e intuitivi, mentre per il bagaglio si può contare su un vano dalla cubatura soddisfacente, seppur non esuberante (480 litri, più 84 litri sotto al cofano anteriore).

Testo / Immagini Benjiamin Albertalli

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