Nelle città incombe il rischio 30 all’ora

01.03.2018

Nelle ultime settimane, il Tribunale federale si è pronunciato in merito ad alcuni rimedi giuridici contro l’introduzione, per ragioni di protezione dal rumore, delle “zone 30” sui principali assi di transito. In particolare, si tratta di decisioni su ricorsi provenienti da Basilea, Zugo e Zurigo, tutti rigettati dalla massima autrità giudiziaria. Sarà il via libera ai 30 all’ora su tutte le strade cittadine?

Il timore c’è. Tanto più che l’istituzione dei 30 all’ora a causa dell’inquinamento fonico ha motivazioni soprattutto politiche. Lo conferma il fatto che, nel frattempo, s’intende adottare questo provvedimento anche su numerose grandi arterie, lungo le quali solo poche persone trarrebbero vantaggio da un risanamento acustico.

Da diversi anni l’ACS s’impegna in prima linea su questo fronte. Prime su tutte, le sezioni di Basilea e Zurigo hanno presentato vari ricorsi, di cui alcuni, ossia quelli che riguardano le strade principali, deferiti al Tribunale federale. In generale, l’Automobile Club Svizzero non è contrario al concetto delle “zone 30”. Tuttavia, le appoggia solo se introdotte per ragioni di sicurezza. Si oppone invece categoricamente alla loro applicazione sui maggiori assi di transito quale misura di protezione fonica. A nostro parere, nelle città il traffico deve scorrere. Per questo è fondamentale che rimanga in vigore l’attuale limite di 50 chilometri l’ora.  

Perché si creano sempre più “zone 30”?

Secondo l’ordinanza federale contro l’inquinamento fonico, i proprietari delle strade, nel caso specifico le città e i Comuni, dispongono di tre misure di risanamento per proteggere la popolazione da un eccessivo rumore. Si tratta, sostanzialmente, di finestre insonorizzate, pavimentazioni fonoassorbenti (il provvedimento più efficace) e riduzione della velocità (il rimedio meno oneroso). Ciò significa che, con il pretesto della protezione dall’inquinamento fonico, le amministrazioni dei centri urbani, per lo più a governo rosso-verde, riusciranno infine a raggiungere il loro scopo, ossia quello di bandire il traffico motorizzato dalle città attraverso un continuo rallentamento e una conseguente perturbazione permanente della circolazione.

Tuttavia, dimenticano che circa due terzi delle corse dei trasporti pubblici, ossia tram e autobus, si snodano lungo queste strade. Soprattutto gli autobus, ne verrebbero rallentati con un conseguente rincaro dei prezzi poiché, per rispettare gli orari, dovrebbero essere impiegati più mezzi sullo stesso percorso. A questo si aggiunge il rischio di un aumento delle deviazioni del traffico nei quartieri. Saremmo quindi tornati punto e a capo. 

Il Tribunale federale deve ancora decidere su altre istanze in materia, ma l’orientamento della suprema autorità giuridica è chiaro. Dal canto suo, l’ACS continuerà a battersi a livello locale e regionale contro l’introduzione dei 30 all’ora sulle vie di transito principali. S’impegnerà inoltre a livello federale, per quanto possibile, a favore dell’adozione di norme di legge più restrittive in materia. Un primo passo in tal senso è il sostegno all’iniziativa parlamentare di Gregor Rutz, che chiede che sulle grandi arterie, all’interno delle località, si applichi il limite generale di velocità di 50 chilometri l’ora. Forse, si potrebbe così porre fine a questa imperversante follia.  

Thomas Hurter
Presidente centrale
Automobile Club Svizzero

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